STRAPPARE
Dalle fake news che lo volevano venditore di bibite alla sua ascesa (e discesa) politica. Storia anomala di un politico che “strappa”, più volte, con il suo passato.
I meme impazzano. I social esplodono. C’è una foto di Luigi Di Maio che, sorridente, vende bottigliette d’acqua e lattine di Coca-Cola allo Stadio San Paolo di Napoli. E c’è una narrazione, dietro — con la quale tanti nel tempo hanno simpatizzato ed empatizzato — che lo ritrae “bibbitaro” (come si dice a Roma).
Il bibbitaro che ce l'ha fatta, il ragazzo del Sud che si mette a fare politica e la cambia. Almeno per la prima affermazione, però, si tratta di una fake news. Il fact-checking è chiaro: l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle ha effettivamente lavorato allo Stadio, per un paio di estati; ma, come ha tenuto a precisare durante un’intervista rilasciata al Maurizio Costanzo Show nel 2019: «Accoglievo i vip in tribuna autorità in giacca e cravatta come steward e non servivo bevande».
I social, le trasmissioni televisive di intrattenimento. "Napule è" cantata (male) sul palco davanti a migliaia di spettatori. Luigi Di Maio si è sin dall'inizio calato perfettamente nei panni dell'homo narrans di Barthes fornendo un'immagine di se stesso sovrapponibile a quella di chi in questi anni lo ha ascoltato: attraverso Tweet, post su Facebook e dirette Instagram. E questa è stata la sua carta vincente.
Adesso, però, sono lontani i tempi in cui Giggino, scugnizzo del San Paolo, si lasciava trasportare da entusiasmo e improvvisazione, sugli spalti o in tv. Sebbene la sigla del suo nuovo partito "IF", in inglese, suoni come una sigla ipotetica dai contorni ancora incerti, ed il programma di "Insieme per il Futuro" sia tutto da disegnare in vista delle prossime elezioni politiche, l'intento del creator (e mai termine è stato più appropriato) Di Maio pare piuttosto meditato: strappare con il passato, senza annullarlo. Di Maio ha sottolineato di aver dato il massimo per il M5S e lo ha anche ringraziato, ma ha spiegato di considerarlo ancorato e rivolto al vecchio; un paradosso, se si pensa ai meet up, ai vaffa-day, al blog, alla genesi di un partito nato proprio come innovativo e rivoluzionario.
LUIGI DI MAIO: DAL MOVIMENTO 5 STELLE A INSIEME PER IL FUTURO
"Oggi per costruire il futuro bisogna costruire soluzioni realizzabili; servono le migliori capacità del Paese, perché uno non vale l'altro. Agli italiani serve la verità. Ci mettiamo in cammino, con chi la pensa come noi".
E così, mentre si strappa una pagina, ci si prepara subito a scriverne un'altra.
‹‹ Non saremo populisti né sovranisti, saremo draghiani››, si è affrettato a precisare Di Maio.
Alla fine, le due anime all’interno del M5S hanno preso strade diverse, con un comune incrocio: il Governo a guida Draghi.
Non ci si è lasciati intimorire dagli strali di Beppe Grillo, che da Genova ha lanciato dal sacro blog: ‹‹La luce del sole è il miglior disinfettante. Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull’oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà››. Non ci si è fermati neanche davanti a Conte, furibondo, che aveva Di Maio nel mirino e sperava di isolarlo e per la legge del contrappasso, invece, si è ritrovato a perdere molti dei suoi.
Secondo i primi dati la nuova creatura a firma Di Maio dovrebbe contare su circa 63 parlamentari (11 al Senato e 52 alla Camera); si tratta ovviamente di numeri ufficiosi. Quello che è certo, è il fatto che il M5S, dopo questa scissione, si ritroverà a fare i conti con un minore peso politico modificando l'intera geografia partitica.
Ma come si è arrivati a questo punto?